20-12-2017
Quest'anno la stagione inizia presto e viste le ultime 2 stagioni disastrose, decidiamo di iniziare a sciare già a novembre.
Così ci portiamo nel noto frigorifero dolomitico, i Cadini di Misurina, e giriamo tra f.lla della neve, f.lla del Nevaio, f.lla Rimbianco, ecc
Rientrando domenica scorsa da Cima Venegiota, sulle Pale, vedo la Palantina bella bianca e l'idea è... chissà come potrebbe essere.
Detto fatto, mercoledi prendo ferie e con Andrea, Andrea, Lorenzo ci proviamo.
Si parte sci ai piedi dalle malghe e su mulattiera ai limiti della percorrenza raggiungiamo Casera Palantina. Qui la situazione migliora e iniziamo a salire, sempre sci ai piedi, fino all'insellatura su neve trasformata. Oltre la neve è costituita da 10-15cm di polvere leggerissima sopra una lastra di ghiaccio; procediamo con i rampanti ma ben presto, per effetto della ripidità, togliamo tutto e mettiamo i ramponi.
In vetta ci gustiamo il panorama che ci regala l'ottima giornata e poi iniziamo la discesa...con una certa titubanza.
Pendenza ideale, spessore sufficiente e pendio intonso ci regaleranno una sciata spettacolare... e via via fino alla Casera dove la soddisfazione è a mille
dislivello salita = dislivello discesa = 1000mt
foto Andrea Capovilla
foto Andrea Capovilla
foto Andrea Capovilla
foto Andrea Capovilla
profilo dei blogghisti
- rudy favero
- ATTENZIONE: in relazione alle gite inserite e descritte in questo blog, gli autori declinano ogni responsabilità per incidenti occorsi ad eventuali ripetitori. Inoltre non verranno indicate difficoltà, pendenze, materiali occorrenti ecc perchè crediamo siano informazioni che competono a guide alpine, libri e/o altri siti
venerdì 22 dicembre 2017
lunedì 30 ottobre 2017
Monte Cridola 2581mt - via Normale
28-10-2017
Partiamo io e Carlo dal rif Padova e, per sentiero ss346, raggiungiamo f.lla Scodavacca.
Qui pieghiamo a sx, in ripida salita, fino a raggiungere la famosa meta scialpinistica "tacca del Cridola".
Da qui per facili cengette ci portiamo nel versante N, alla base di una ripida paretina di II° che, a causa del freddo/aria pungente, ci mette in guardia.
La salita segnata da bolli rossi ha un percorso a zig-zag esposto a N nella prima parte (roccia più friabile), per poi passare ad un versante E... fortunatamente con temperature più miti, sebbene ci sia presenza di macchie di neve dura.
In vetta ci stiamo poco... preferiamo stare 3mt più bassi in versante S perchè il vento oggi è un martello fastidioso.
La discesa richiede prudenza e nel caminetto chiave di III° decidiamo per una discesa in doppia.
[piccola nota: riscontrate diverse soste a 2 spit ubicate in posti dove non servono a niente, mistero. In compenso la discesa in doppia di cui sopra l'abbiamo attrezzata noi su una clessidra]
dislivello di salita = dislivello di discesa = 1300mt
caratteristico e famoso uovo del Cridola
Carlo ispeziona il canale SudEst e sentenzia: non è male con un bel pò di neve :)
vetta; la quota offre gran panorami, sebbene l'orizzonte non sia perfetto
fasi di salita nel freddo versante Nord
paretina finale in versante SudEst (con più neve sono d'obbligo i ramponi)
in discesa, ultimo risalto finale prima di raggiungere la Tacca
Partiamo io e Carlo dal rif Padova e, per sentiero ss346, raggiungiamo f.lla Scodavacca.
Qui pieghiamo a sx, in ripida salita, fino a raggiungere la famosa meta scialpinistica "tacca del Cridola".
Da qui per facili cengette ci portiamo nel versante N, alla base di una ripida paretina di II° che, a causa del freddo/aria pungente, ci mette in guardia.
La salita segnata da bolli rossi ha un percorso a zig-zag esposto a N nella prima parte (roccia più friabile), per poi passare ad un versante E... fortunatamente con temperature più miti, sebbene ci sia presenza di macchie di neve dura.
In vetta ci stiamo poco... preferiamo stare 3mt più bassi in versante S perchè il vento oggi è un martello fastidioso.
La discesa richiede prudenza e nel caminetto chiave di III° decidiamo per una discesa in doppia.
[piccola nota: riscontrate diverse soste a 2 spit ubicate in posti dove non servono a niente, mistero. In compenso la discesa in doppia di cui sopra l'abbiamo attrezzata noi su una clessidra]
dislivello di salita = dislivello di discesa = 1300mt
caratteristico e famoso uovo del Cridola
Carlo ispeziona il canale SudEst e sentenzia: non è male con un bel pò di neve :)
vetta; la quota offre gran panorami, sebbene l'orizzonte non sia perfetto
fasi di salita nel freddo versante Nord
paretina finale in versante SudEst (con più neve sono d'obbligo i ramponi)
in discesa, ultimo risalto finale prima di raggiungere la Tacca
martedì 24 ottobre 2017
Sfornioi di mezzo 2425mt
21-10-2017
Oggi giornata fresca e tutto sommato bella.
Con Carlo parto dal p.sso Cibiana 1530mt e, per sentiero 485, ci dirigiamo verso f.lla Ciavazole.
Da qui pieghiamo a sx, verso Est, per sentiero ascendente che attraversa le pendici N dello Sfornioi Nord. Ad un certo punto i bolli rossi indicano una brusca deviazione a dx e portano ad un camino (che costituisce il passaggio chiave del sopracitato); noi invece continuiamo verso sx, per sentiero pressochè orizzontale, aggirando parzialmente questo massiccio fino ad arrivare ai 2 gendarmi (due rocce a forma di torri).
Proseguiamo dunque verso Sud iniziando così la via normale dello Sfornioi di Mezzo, inizialmente con passaggetti di II° su roccia non buona, fino ad un anticima.
L'assalto finale alla cima è costituito da una paretina decisamente verticale di 5mt, III+°, con presente un chiodo strategico.
La vetta offre una veduta di tutto rispetto che spazia dalle prealpi alle dolomiti.
Ridiscesi (con 2 doppie) ritorniamo in prossimità dei due gendarmi e qui iniziamo uno spigolo verticale di II° e successivamente un canalino di I° che ci porteranno in vetta allo Sfornioi Nord. La discesa da questo la faremo per la via normale classica.
Dislivello di salita = dislivello di discesa = 1050mt
i due gendarmi e appena dietro lo Sfornioi Nord
passaggio chiave della salita, paretina a dx dello strapiombo
1^ discesa in doppia
1^ discesa in doppi a dalla vetta con il Sassolungo di Cibiana sullo sfondo
Oggi giornata fresca e tutto sommato bella.
Con Carlo parto dal p.sso Cibiana 1530mt e, per sentiero 485, ci dirigiamo verso f.lla Ciavazole.
Da qui pieghiamo a sx, verso Est, per sentiero ascendente che attraversa le pendici N dello Sfornioi Nord. Ad un certo punto i bolli rossi indicano una brusca deviazione a dx e portano ad un camino (che costituisce il passaggio chiave del sopracitato); noi invece continuiamo verso sx, per sentiero pressochè orizzontale, aggirando parzialmente questo massiccio fino ad arrivare ai 2 gendarmi (due rocce a forma di torri).
Proseguiamo dunque verso Sud iniziando così la via normale dello Sfornioi di Mezzo, inizialmente con passaggetti di II° su roccia non buona, fino ad un anticima.
L'assalto finale alla cima è costituito da una paretina decisamente verticale di 5mt, III+°, con presente un chiodo strategico.
La vetta offre una veduta di tutto rispetto che spazia dalle prealpi alle dolomiti.
Ridiscesi (con 2 doppie) ritorniamo in prossimità dei due gendarmi e qui iniziamo uno spigolo verticale di II° e successivamente un canalino di I° che ci porteranno in vetta allo Sfornioi Nord. La discesa da questo la faremo per la via normale classica.
Dislivello di salita = dislivello di discesa = 1050mt
i due gendarmi e appena dietro lo Sfornioi Nord
passaggio chiave della salita, paretina a dx dello strapiombo
1^ discesa in doppia
1^ discesa in doppi a dalla vetta con il Sassolungo di Cibiana sullo sfondo
lunedì 9 ottobre 2017
Sassolungo di Cibiana 2413mt
7-10-2017
Gita in solitaria, che nasce un pò a caso.
Parto da quota 880mt circa con Macchia dal cartello di divieto, posto sulla strada/sentiero 483, poco sopra Ospitale di Cadore.
Passiamo Casera Valbona e raggiungiamo in breve lo spettacolare bivacco Canpestrin 1649mt.
Proseguiamo per marcato sentiero verso N e ci ritroviamo a f.lla Bela 2112mt senza essermi accorto della deviazione per f.lla Cibiana.
Ritorniamo sui nostri passi per 100mt di dislivello e troviamo il sentiero poco marcato che, in leggero ascendente, porta alla forcella.
Qui convinco Macchia che la via normale del Sassolungo di Cibiana è roba da grandi e così, poco convinta, lei rimane in forcella a far da guardia al mio zaino... io invece parto per la 'normale'.
La via di salita è ben segnata da bolli rossi e presenta un paio di punti di II° ma è bella varia, divertente, che sfrutta i punti deboli della parete permettendo di guadagnare la cima in mezz'oretta.
Ridiscesa per lo stesso itinerario.
dislivello salita = dislivello discesa = 1650mt
casera Valbona
bivacco canpestrin... un quadretto
Forcella Bela, con vista sul Pelmo
uno dei passaggi chiave della via normale, attraverso il buco
vetta, che giornata tersa!
tratto di cengia esposta (fotografato in discesa)
forcella Cibiana (e il massiccio del Sassolungo di Cibiana sulla sua dx)
Gita in solitaria, che nasce un pò a caso.
Parto da quota 880mt circa con Macchia dal cartello di divieto, posto sulla strada/sentiero 483, poco sopra Ospitale di Cadore.
Passiamo Casera Valbona e raggiungiamo in breve lo spettacolare bivacco Canpestrin 1649mt.
Proseguiamo per marcato sentiero verso N e ci ritroviamo a f.lla Bela 2112mt senza essermi accorto della deviazione per f.lla Cibiana.
Ritorniamo sui nostri passi per 100mt di dislivello e troviamo il sentiero poco marcato che, in leggero ascendente, porta alla forcella.
Qui convinco Macchia che la via normale del Sassolungo di Cibiana è roba da grandi e così, poco convinta, lei rimane in forcella a far da guardia al mio zaino... io invece parto per la 'normale'.
La via di salita è ben segnata da bolli rossi e presenta un paio di punti di II° ma è bella varia, divertente, che sfrutta i punti deboli della parete permettendo di guadagnare la cima in mezz'oretta.
Ridiscesa per lo stesso itinerario.
dislivello salita = dislivello discesa = 1650mt
casera Valbona
bivacco canpestrin... un quadretto
Forcella Bela, con vista sul Pelmo
uno dei passaggi chiave della via normale, attraverso il buco
vetta, che giornata tersa!
tratto di cengia esposta (fotografato in discesa)
forcella Cibiana (e il massiccio del Sassolungo di Cibiana sulla sua dx)
venerdì 25 agosto 2017
Jalovec 2645mt Slovenia
24-25 agosto 2017
Stupendo giro ad anello con salita e discesa dello Jalovec dal versante più inusuale, tant'è che in due giorni abbiamo incontrato un membro del soccorso alpino sloveno e 3 ragazzi.
Partiamo io e Giorgio dalla Val Koritnica (da Bovec) dove riusciamo a parcheggiare a quota 800mt. Proseguiamo a piedi per la strada e successivamente il sentiero che porterebbe dritti al bivacco Cai di Tarvisio; noi lo abbandoneremo circa 200mt prima per girare nettamente a dx (E) per una cengia esposta e, al suo termine, saliremo verticalmente fino a forcella Kotovo Sedlo (2138 mt).
Qui il sentiero poco marcato, ma ben segnalato, in ripida salita ci porterà ad aggirare lo Jalovec verso dx, nel versante S dove iniziano le difficoltà: tratti di ferrata e tratti di roccette (max I°) spesso addomesticate da fittoni metallici.
In vetta bel cielo terso e ottima veduta sul parco del Triglav.
Scendiamo per la cresta sud, per un altra via normale che, per ripide rocce a NE, ci porta nei pressi della della forcella meta scialpinistica invernale; qui giriamo di nuovo verso sud dove un sentiero molto esposto e in leggera discesa ci porterà al più spartano dei rifugi che abbia mai incontrato, ma con personale molto accogliente: Zavetisce (rifugio) pod Spickom 2064mt
Il giorno successivo partiamo per forcella Celi Brezice che raggiungiamo con 200mt; qui scopriamo che nel versante opposto il sentiero è molto ripido e, prima di terminare nel vuoto, taglia a dx e tramite uno spacco nella roccia guadagna una pala erbosa che ci deposita ad un'altra forcella.
Da qui scendiamo verso W direzione Val Koritnica tramite un sentiero che diventa viavia sempre più ripido e attrezzato che caratterizzerà il tratto più difficile dei due giorni.
Dislivello 1°giorno = 1950mt salita e 700mt discesa
Dislivello 2°giorno = 250mt salita e 1500mt discesa
cengia/traverso dopo aver abbandonato il sentiero per il bivacco Cai di Tarvisio
ampia forcella del Kotovo Sedlo (2138 mt)
tratti di salita sul versante S dello Jalovec, con uno sguardo alla nostra auto parcheggiata 1600mt più sotto :)
cresta di discesa dalla vetta dello Jalovec
sentiero che porta al rifugio
mitico rifugio, Zavetisce pod Spickom 2064mt
il secondo giorno in forcella... uno sguardo allo Jalovec
ripido sentiero nella parte alta della discesa
Stupendo giro ad anello con salita e discesa dello Jalovec dal versante più inusuale, tant'è che in due giorni abbiamo incontrato un membro del soccorso alpino sloveno e 3 ragazzi.
Partiamo io e Giorgio dalla Val Koritnica (da Bovec) dove riusciamo a parcheggiare a quota 800mt. Proseguiamo a piedi per la strada e successivamente il sentiero che porterebbe dritti al bivacco Cai di Tarvisio; noi lo abbandoneremo circa 200mt prima per girare nettamente a dx (E) per una cengia esposta e, al suo termine, saliremo verticalmente fino a forcella Kotovo Sedlo (2138 mt).
Qui il sentiero poco marcato, ma ben segnalato, in ripida salita ci porterà ad aggirare lo Jalovec verso dx, nel versante S dove iniziano le difficoltà: tratti di ferrata e tratti di roccette (max I°) spesso addomesticate da fittoni metallici.
In vetta bel cielo terso e ottima veduta sul parco del Triglav.
Scendiamo per la cresta sud, per un altra via normale che, per ripide rocce a NE, ci porta nei pressi della della forcella meta scialpinistica invernale; qui giriamo di nuovo verso sud dove un sentiero molto esposto e in leggera discesa ci porterà al più spartano dei rifugi che abbia mai incontrato, ma con personale molto accogliente: Zavetisce (rifugio) pod Spickom 2064mt
Il giorno successivo partiamo per forcella Celi Brezice che raggiungiamo con 200mt; qui scopriamo che nel versante opposto il sentiero è molto ripido e, prima di terminare nel vuoto, taglia a dx e tramite uno spacco nella roccia guadagna una pala erbosa che ci deposita ad un'altra forcella.
Da qui scendiamo verso W direzione Val Koritnica tramite un sentiero che diventa viavia sempre più ripido e attrezzato che caratterizzerà il tratto più difficile dei due giorni.
Dislivello 1°giorno = 1950mt salita e 700mt discesa
Dislivello 2°giorno = 250mt salita e 1500mt discesa
cengia/traverso dopo aver abbandonato il sentiero per il bivacco Cai di Tarvisio
ampia forcella del Kotovo Sedlo (2138 mt)
tratti di salita sul versante S dello Jalovec, con uno sguardo alla nostra auto parcheggiata 1600mt più sotto :)
cresta di discesa dalla vetta dello Jalovec
sentiero che porta al rifugio
mitico rifugio, Zavetisce pod Spickom 2064mt
il secondo giorno in forcella... uno sguardo allo Jalovec
ripido sentiero nella parte alta della discesa
domenica 6 agosto 2017
Cima dei Preti 2706mt - Via dei triestini
05-08-20017
Provo a sentire Michele e in due messaggi... è fatta, andiamo.
Partiamo tardo pomeriggio da Pian Fontana 900mt e arriviamo giusti per cena a casera Laghet de Sora 1870mt; qui dormiremo con altre 6 persone e così la casera sarà al completo!
L'indomani alle 6.00 partiamo per l'alta via n°6 fino a f.lla Val del Drap per poi staccarci e dirigerci verso la f.lla con il buco, ben visibile (roccette I° grado friabili...non un bell'inizio).
Raggiunto il foro lo oltrepassiamo e scendiamo con attenzione direttamente nel versante opposto per 5-6mt per poi risalire un canale-diedro a sx, verso la nostra prima cima, la Patera 2533mt.
Da qui in poi si seguirà quasi fedelmente il filo di cresta, con notevole esposizione da entrambi i versanti con passaggi su roccia molto buona, seguendo solo gli ometti piccoli e traballanti.
Raggiunta la Patera si scende delicatamente per poi risalire e guadagnare la cima Spellanzon 2590mt; da qui la discesa è ancor più delicata della precedente (eventuale cordone per discesa doppia) e raggiunto la base di Cima dei Preti iniziamo a legarci.
Parte naturalmente Michele e attacca un tiro di 25mt di III° su placca improteggibile e da qui in poi proseguiremo in conserva veloce da 25mt.
Ad un certo punto, 2600mt circa, la cresta è sovrastata da un tetto apparentemente invalicabile ma che presenta il suo punto debole con un traverso ascendente verso sx, di III+, di 4-5mt.
Qui si abbandona la cresta per una cengia che termina su salti marci con ometti... noi non capiamo bene, ma preferiamo la placca/spigolo e ci riportiamo sulla cresta e, da qui a poco, in vetta alla cima dei Preti (4h30' dal buco).
Neanche in discesa ci si rilassa molto.
Scendiamo nel cadin alto per poi deviare per traccia verso sx fino a f.lla dei Cantoni e qui traversare, in leggera salita, sotto cima Compol su cengette molto ripide e ghiaiose (qui ricompaiono segni rossi sbiaditi) fino a raggiungere f.lla Compol.
Ci siamo così ricongiunti all'alta via n°6 e scendiamo, sempre su terreno ripido I°, verso cadin dei Cantoni.
Qui le possibilità sono due: o scendere subito verso la val dei Cantoni (bolli rossi grossi ed esagerati!) oppure traversare ancora verso f.lla dei Cacciatori per poi scendere per il cadin del drap.
Optiamo per la seconda e troviamo ancora terreno ripido I° ma con sorpresa: il sentiero termina su nevaio 'sospeso' su enormi vuoti (causati da disgelo ecc) e non capiamo dove andare... i bolli dell'alta via spariti.
Decidiamo di attraversare il nevaio (a tratti ghiacciato) ma legandoci.
Da qui in poi ancora 1000mt ci separano dall'auto alla quale arriveremo scalzi, dopo esserci rigenerati nel vicino torrente.
Casera Laghet de Sora...8 posti letto
val del Drap con un tomoroso scorcio sulla cavalcata di creste che ci attende
forcella con il buco, vero e proprio attacco della via dei triestini
inizia la salita verso la Patera
assaggio di esposizione
Patera... e sullo sfondo Spellanzon e Cima dei Preti, avvolte dalle nubi nel versante NE
primo tiro, placca di III°
tiro chiave di tutto l'itinerario, traverso esposto di III+°
bellissima placca con spigolo friabile... ormai siamo alle battute finali
cresta di Cima dei Preti, con dietro la Spellanzon
ultimi passi verso la vetta
f.lla Cantoni con a destra cima Compol... anche qui l'esposizione non manca
dislivello di salita = dislivello di discesa = 2050mt
Provo a sentire Michele e in due messaggi... è fatta, andiamo.
Partiamo tardo pomeriggio da Pian Fontana 900mt e arriviamo giusti per cena a casera Laghet de Sora 1870mt; qui dormiremo con altre 6 persone e così la casera sarà al completo!
L'indomani alle 6.00 partiamo per l'alta via n°6 fino a f.lla Val del Drap per poi staccarci e dirigerci verso la f.lla con il buco, ben visibile (roccette I° grado friabili...non un bell'inizio).
Raggiunto il foro lo oltrepassiamo e scendiamo con attenzione direttamente nel versante opposto per 5-6mt per poi risalire un canale-diedro a sx, verso la nostra prima cima, la Patera 2533mt.
Da qui in poi si seguirà quasi fedelmente il filo di cresta, con notevole esposizione da entrambi i versanti con passaggi su roccia molto buona, seguendo solo gli ometti piccoli e traballanti.
Raggiunta la Patera si scende delicatamente per poi risalire e guadagnare la cima Spellanzon 2590mt; da qui la discesa è ancor più delicata della precedente (eventuale cordone per discesa doppia) e raggiunto la base di Cima dei Preti iniziamo a legarci.
Parte naturalmente Michele e attacca un tiro di 25mt di III° su placca improteggibile e da qui in poi proseguiremo in conserva veloce da 25mt.
Ad un certo punto, 2600mt circa, la cresta è sovrastata da un tetto apparentemente invalicabile ma che presenta il suo punto debole con un traverso ascendente verso sx, di III+, di 4-5mt.
Qui si abbandona la cresta per una cengia che termina su salti marci con ometti... noi non capiamo bene, ma preferiamo la placca/spigolo e ci riportiamo sulla cresta e, da qui a poco, in vetta alla cima dei Preti (4h30' dal buco).
Neanche in discesa ci si rilassa molto.
Scendiamo nel cadin alto per poi deviare per traccia verso sx fino a f.lla dei Cantoni e qui traversare, in leggera salita, sotto cima Compol su cengette molto ripide e ghiaiose (qui ricompaiono segni rossi sbiaditi) fino a raggiungere f.lla Compol.
Ci siamo così ricongiunti all'alta via n°6 e scendiamo, sempre su terreno ripido I°, verso cadin dei Cantoni.
Qui le possibilità sono due: o scendere subito verso la val dei Cantoni (bolli rossi grossi ed esagerati!) oppure traversare ancora verso f.lla dei Cacciatori per poi scendere per il cadin del drap.
Optiamo per la seconda e troviamo ancora terreno ripido I° ma con sorpresa: il sentiero termina su nevaio 'sospeso' su enormi vuoti (causati da disgelo ecc) e non capiamo dove andare... i bolli dell'alta via spariti.
Decidiamo di attraversare il nevaio (a tratti ghiacciato) ma legandoci.
Da qui in poi ancora 1000mt ci separano dall'auto alla quale arriveremo scalzi, dopo esserci rigenerati nel vicino torrente.
Casera Laghet de Sora...8 posti letto
val del Drap con un tomoroso scorcio sulla cavalcata di creste che ci attende
forcella con il buco, vero e proprio attacco della via dei triestini
inizia la salita verso la Patera
assaggio di esposizione
Patera... e sullo sfondo Spellanzon e Cima dei Preti, avvolte dalle nubi nel versante NE
primo tiro, placca di III°
tiro chiave di tutto l'itinerario, traverso esposto di III+°
bellissima placca con spigolo friabile... ormai siamo alle battute finali
cresta di Cima dei Preti, con dietro la Spellanzon
ultimi passi verso la vetta
f.lla Cantoni con a destra cima Compol... anche qui l'esposizione non manca
dislivello di salita = dislivello di discesa = 2050mt
Quarta Pala di san Lucano 2263mt
28-07-2017
Oggi con il locals Alessio optiamo per un attraversata della Quarta Pala di San Lucano
Partiamo dunque da Col di Prà a 940mt e per sentiero/stradina andiamo ad imboccare il ss764 in prossimità della cascata dell'inferno.
Qui il sentiero si irripidisce e in poco tempo ci porta a f.lla Gardes.
Da qui si punta alla vetta della Quarta Pala senza via obbligata, dritto x dritto, tant'è che le guide parlano di un passaggio di I° che noi non abbiamo trovato.
La cima è una terrazza a strapiombo sulla valle San Lucano; qui girovaghiamo per creste ammirando il dirimpettaio Agner e il gruppo del San Lucano.
In discesa scendiamo verso E per mughi tagliati e intuiamo che questa effettivamente era la via normale ufficiale, che noi ora percorreremo in discesa
Tornati alla f.lla Gardes puntiamo a NE, sempre per ss764, passando per malga Ambrosogn ed infine arriviamo a Pradimezzo, dove abbiamo lasciato la seconda auto
vista sull'imponente Agner versante Nord
girovagare per creste
la via di discesa esposta a S
dislivello di salita 1550mt
dislivello di discesa 1590mt
Oggi con il locals Alessio optiamo per un attraversata della Quarta Pala di San Lucano
Partiamo dunque da Col di Prà a 940mt e per sentiero/stradina andiamo ad imboccare il ss764 in prossimità della cascata dell'inferno.
Qui il sentiero si irripidisce e in poco tempo ci porta a f.lla Gardes.
Da qui si punta alla vetta della Quarta Pala senza via obbligata, dritto x dritto, tant'è che le guide parlano di un passaggio di I° che noi non abbiamo trovato.
La cima è una terrazza a strapiombo sulla valle San Lucano; qui girovaghiamo per creste ammirando il dirimpettaio Agner e il gruppo del San Lucano.
In discesa scendiamo verso E per mughi tagliati e intuiamo che questa effettivamente era la via normale ufficiale, che noi ora percorreremo in discesa
Tornati alla f.lla Gardes puntiamo a NE, sempre per ss764, passando per malga Ambrosogn ed infine arriviamo a Pradimezzo, dove abbiamo lasciato la seconda auto
vista sull'imponente Agner versante Nord
girovagare per creste
la via di discesa esposta a S
dislivello di salita 1550mt
dislivello di discesa 1590mt
sabato 5 agosto 2017
Pelmetto e cengia di Grohmann
15-07-2017
Folto gruppo oggi, con Andrea Giorgia Lorenzo Andrea Licia Luciano
Partiamo da Coi 1500mt circa e con ss473 ci portiamo alla base della Fessura. Qui, dopo qualche divagazione a destra, troviamo il ripido sentiero tra mughi che ci porterà ai margini della Fessura.
La strozzatura si supera mediante cenge e roccette esposte e ghiaiose di II° ( maggiormente fastidiose se nei pressi c'è un altro gruppetto di persone che continua a dire "se cadi qui ti fai...")
In prossimità di fine Fessura si scorgono due cenge sul Pelmetto e quella giusta è la seconda, più alta, che su ghiaie abbastanza esposte taglia quasi orizzontalmente il Pelmetto.
Quando si cambia nettamente versante, ovest, si arriva al passaggio chiave: 10mt di IV° (5mt verticali e 5mt di traverso facile ma esposto) facilitati da 4 chiodi, ma difficili per il freddo e il vento pungenti.
Si risalgono ancora roccette di II° per 200mt circa. Io a 100mt dalla vetta, a difficoltà finite, all'ennesimo "occhio sasso" di 2 che stanno scendendo ne ho abbastanza e mi giro e ricomincio a scendere.
Ritorniamo sui nostri passi e giunti alla Fessura proseguiamo per la cengia di Grohmann, tutta su ghiaie ripide ad eccezione del passaggio chiave I° che è su roccia ottima (trattasi dell'aggiramento di uno spigolo in totale esposizione con centinaia di mt sotto i piedi).
Con questa cengia ci si alza di 150mt circa fino a sbucare sul Valòn (o Caregon del Pelmo) dove sale la via normale. Qui siamo 200mt più alti della cengia di Ball che andiamo a raggiungere per guadagnare la discesa fino al rif venezia
cengia del Pelmetto (foto Lorenzo)
cengia del Pelmetto (foto Lorenzo)
parte terminale del Pelmetto (foto Andrea)
cengia di Grohmann vista nella fase di discesa dal Pelmetto
cengia di Grohmann con vista sul Pelmetto, in fondo a sx
cengia di Ball, passo del gatto
cengia di Ball
Folto gruppo oggi, con Andrea Giorgia Lorenzo Andrea Licia Luciano
Partiamo da Coi 1500mt circa e con ss473 ci portiamo alla base della Fessura. Qui, dopo qualche divagazione a destra, troviamo il ripido sentiero tra mughi che ci porterà ai margini della Fessura.
La strozzatura si supera mediante cenge e roccette esposte e ghiaiose di II° ( maggiormente fastidiose se nei pressi c'è un altro gruppetto di persone che continua a dire "se cadi qui ti fai...")
In prossimità di fine Fessura si scorgono due cenge sul Pelmetto e quella giusta è la seconda, più alta, che su ghiaie abbastanza esposte taglia quasi orizzontalmente il Pelmetto.
Quando si cambia nettamente versante, ovest, si arriva al passaggio chiave: 10mt di IV° (5mt verticali e 5mt di traverso facile ma esposto) facilitati da 4 chiodi, ma difficili per il freddo e il vento pungenti.
Si risalgono ancora roccette di II° per 200mt circa. Io a 100mt dalla vetta, a difficoltà finite, all'ennesimo "occhio sasso" di 2 che stanno scendendo ne ho abbastanza e mi giro e ricomincio a scendere.
Ritorniamo sui nostri passi e giunti alla Fessura proseguiamo per la cengia di Grohmann, tutta su ghiaie ripide ad eccezione del passaggio chiave I° che è su roccia ottima (trattasi dell'aggiramento di uno spigolo in totale esposizione con centinaia di mt sotto i piedi).
Con questa cengia ci si alza di 150mt circa fino a sbucare sul Valòn (o Caregon del Pelmo) dove sale la via normale. Qui siamo 200mt più alti della cengia di Ball che andiamo a raggiungere per guadagnare la discesa fino al rif venezia
cengia del Pelmetto (foto Lorenzo)
cengia del Pelmetto (foto Lorenzo)
parte terminale del Pelmetto (foto Andrea)
cengia di Grohmann vista nella fase di discesa dal Pelmetto
cengia di Grohmann con vista sul Pelmetto, in fondo a sx
cengia di Ball, passo del gatto
cengia di Ball
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