29-12-2010
Una cima che non avevo mai sentito ma che si è rivelata, sia per ambiente che per neve trovata, semplicemente superlativa.
Partiamo io, Macs e Antonello dal tornante per malga Ra Stua imboccando la strada innevata che porta alla suddetta malga, per poi deviare verso Cason de Antrulles.
Qui l'itinerario inizia finalmente a farsi più ripido e a quota 1800-1900 deviamo decisamente verso sx su un pendio esposto a NW, senza tracce, che ci fa ben immaginare la stupenda discesa ci attende.
il nostro itinerario
un colpo d'occhio ai nostri zig-zag
Prima di rimontare l'ultima dorsale esposta ad W si impone una certa cautela per il sospetto di neve accumulata e così gli ultimi zig-zag li facciamo uno alla volta e ben distanziati.
Sulla dorsale la cima sembra ad un passo e infatti in poco tempo la raggiungiamo, in compagnia anche di altri due skialp Royter e Andrea.
Inutile che vi dica che panorami ci vengono regalati....sul gruppo delle Tofane, sul Cristallo, sul Sorapis, sui monti d Fanes.... spettacolo!
impagabile sfondo delle Tofane
....è ora di scendere su una neve eccezionale e veloce.
che bel foglio bianco da disegnare
macs in discesa dalla vetta
discesa dalla dorsale uno alla volta
Si scende dalla dorsale con la stessa prudenza della salita e poi via su quello che sembra un parco giochi naturale costellato di sassoni ben ricoperti che permette qualche timido saltino.
macs verso i panettoni
Antonello tra i morbidi panettoni
Il rientro dal torrente, che rappresenta la fine dei giochi, è noioso come alla partenza ma ora abbiamo sulle gambe la fantastica discesa che ripaga abbondantemente.
dislivello in salita = dislivello in discesa = 1150mt
profilo dei blogghisti
- rudy favero
- ATTENZIONE: in relazione alle gite inserite e descritte in questo blog, gli autori declinano ogni responsabilità per incidenti occorsi ad eventuali ripetitori. Inoltre non verranno indicate difficoltà, pendenze, materiali occorrenti ecc perchè crediamo siano informazioni che competono a guide alpine, libri e/o altri siti
mercoledì 29 dicembre 2010
lunedì 20 dicembre 2010
Passo delle Cirelle - Fuciade, San Pellegrino
19-12-2010
Bella gita ripetuta dopo 8 anni e che forse non vale la lunga strada per raggiungerla.... Ma era giusto dargli una rinfrescata.
E che rinfrescata.
Alla partenza sono -10° e non c'è un minuto da perdere bisogna partire subito, pronti o non pronti, e via verso la mulattiera che porta al rif Fuciade in compagnia del mio mp3.
giochi di luce verso il rif Fuciade
Dopo un tratto in contropendenza giriamo a sx verso Ovest (verso cima Uomo) e fatta la prima balza inizia pure a fioccare e si rende necessario un cambio guanti …. E perché no, un goccio di the (e così inauguro il thermos nuovo…azz!)
la prima balza verso Ovest
La neve continua ad essere dura crostosa con dei tratti di piacevole spolvero.
Dopo un breve traverso verso destra ci si immette poi nel vallone verso nord.
All'arrivo in prossimità della f.lla è accolto da un vento sferzante che aumenta la sensazione di freddo, ma le giacche a vento o i piumini in queste situazioni servono a quello e così rimonto la tavola e inizio la discesa guardandomi bene dal non infirlarmi in qualche crosta maligna.
Difficile non pensare a come sarebbe un itinerario del genere, seppur breve, con 20cm di bella polvere
Bella gita ripetuta dopo 8 anni e che forse non vale la lunga strada per raggiungerla.... Ma era giusto dargli una rinfrescata.
E che rinfrescata.
Alla partenza sono -10° e non c'è un minuto da perdere bisogna partire subito, pronti o non pronti, e via verso la mulattiera che porta al rif Fuciade in compagnia del mio mp3.
giochi di luce verso il rif Fuciade
Dopo un tratto in contropendenza giriamo a sx verso Ovest (verso cima Uomo) e fatta la prima balza inizia pure a fioccare e si rende necessario un cambio guanti …. E perché no, un goccio di the (e così inauguro il thermos nuovo…azz!)
la prima balza verso Ovest
La neve continua ad essere dura crostosa con dei tratti di piacevole spolvero.
Dopo un breve traverso verso destra ci si immette poi nel vallone verso nord.
All'arrivo in prossimità della f.lla è accolto da un vento sferzante che aumenta la sensazione di freddo, ma le giacche a vento o i piumini in queste situazioni servono a quello e così rimonto la tavola e inizio la discesa guardandomi bene dal non infirlarmi in qualche crosta maligna.
Difficile non pensare a come sarebbe un itinerario del genere, seppur breve, con 20cm di bella polvere
domenica 12 dicembre 2010
Forcella Sant Anna 2378mt
12-12-2010
...O meglio, f.lla Vani Alti.
Bella gita al cospetto del Sass d'Ortiga... gruppo delle Pale di San Martino.
La giornata è stata stupenda e il clima mite, ma non a sufficienza per mollare la neve e regalare una bella e facile discesa.
in prossimità del biv. Menegazzi e sullo sfondo il nostro itinerario
Io, Daniele, Macs e Antonello siamo saliti lungo l'infita mulattiera fino ad imboccare i pendii che dovrebbero portarci alla meta e che subito constatiamo duri come il marmo e, a scanso d'equivoci, mettiamo i rampanti.
Antonello durante la salita; sullo sfondo f.lla delle mughe
panorami
Il resto della salita è tutta in equilibrio sulle lamine dove dobbiamo scongiurare ogni errore, perchè una caduta su quella lastra vetrata sarebbe stata inarrestabile (come testimoniano un caschetto ripescato 200mt più a valle e un thermos... più trovato)
La neve non accenna a 'mollare' e arrivati ad un centinaio di metri dalla forcella decidiamo di interrompere la salita.
Iniziamo così la discesa con curve molto prudenti e che quasi non lasciano traccia ... per poi arrivare più in basso nella costa infame.
le pendenze diminuiscono e si riescono a fare un paio di foto in tranquillità
La seconda gita di test materiale posso dire che è comunque riuscita !
...O meglio, f.lla Vani Alti.
Bella gita al cospetto del Sass d'Ortiga... gruppo delle Pale di San Martino.
La giornata è stata stupenda e il clima mite, ma non a sufficienza per mollare la neve e regalare una bella e facile discesa.
in prossimità del biv. Menegazzi e sullo sfondo il nostro itinerario
Io, Daniele, Macs e Antonello siamo saliti lungo l'infita mulattiera fino ad imboccare i pendii che dovrebbero portarci alla meta e che subito constatiamo duri come il marmo e, a scanso d'equivoci, mettiamo i rampanti.
Antonello durante la salita; sullo sfondo f.lla delle mughe
panorami
Il resto della salita è tutta in equilibrio sulle lamine dove dobbiamo scongiurare ogni errore, perchè una caduta su quella lastra vetrata sarebbe stata inarrestabile (come testimoniano un caschetto ripescato 200mt più a valle e un thermos... più trovato)
La neve non accenna a 'mollare' e arrivati ad un centinaio di metri dalla forcella decidiamo di interrompere la salita.
Iniziamo così la discesa con curve molto prudenti e che quasi non lasciano traccia ... per poi arrivare più in basso nella costa infame.
le pendenze diminuiscono e si riescono a fare un paio di foto in tranquillità
La seconda gita di test materiale posso dire che è comunque riuscita !
domenica 14 novembre 2010
Forcella della neve 2470mt - Cadini di Misurina
14-11-2010
I cadini di Misurina regalerebbero dei panorami da favola ... ma non oggi.
Le nuvole basse hanno avvolto costantemente il nostro itinerario e tutte le guglie che lo circondano.
panorama quasi lunare
Questa gita, per prudenza, io e Daniele l'abbiamo fatta con ciaspe e tavola in groppa per non rischiare di massacrare le preziose splitboard ma la neve trovata ci ha regalato una bella discesa senza toccare sassi: 15cm di neve inaspettatamente polverosa su fondo duro.
Il manto nevoso si è presentato più che sufficiente su tutto l'itinerario fino in forcella.
in forcella
Tanto per cambiare, sulla sinistra orografica del percorso, abbiamo trovato imponenti valangoni che ci fanno meditare sul pericolo sempre in agguato e ci impongono attente e oculate scelte di itinerario.
Attendiamo nevità
I cadini di Misurina regalerebbero dei panorami da favola ... ma non oggi.
Le nuvole basse hanno avvolto costantemente il nostro itinerario e tutte le guglie che lo circondano.
panorama quasi lunare
Questa gita, per prudenza, io e Daniele l'abbiamo fatta con ciaspe e tavola in groppa per non rischiare di massacrare le preziose splitboard ma la neve trovata ci ha regalato una bella discesa senza toccare sassi: 15cm di neve inaspettatamente polverosa su fondo duro.
Il manto nevoso si è presentato più che sufficiente su tutto l'itinerario fino in forcella.
in forcella
Tanto per cambiare, sulla sinistra orografica del percorso, abbiamo trovato imponenti valangoni che ci fanno meditare sul pericolo sempre in agguato e ci impongono attente e oculate scelte di itinerario.
Attendiamo nevità
sabato 30 ottobre 2010
Marmolada - Punta Rocca
30-10-2010
Oggi si sono aperte le danze e dunque la nuova stagione 2010-2011 ... sulla neve !!!
Siamo partiti (io, Davide, MIchele) alle 8.45 dal passo Fedaia e insieme ad una nutrita flotta di altri avventori siamo saliti al cima di Punta Rocca.
L'occasione è stata buona per testare la gamba in salita (seguendo la traccia della pista) per poi concederci una bella discesa su neve inaspettatamente polverosa.
Qualche sasso e qualche crepacci fanno ancora capolino ... ma diciamo che, se non farà troppo caldo, la stagione invernale è ufficialmente iniziata !
Andrea (Calabrones) sulla parte alta
Davide e Michele nella parte bassa (Bellunese Vecchia)
la Marmolada regala sempre bei panorami: in questo caso su Sorapiss e Antelao
Oggi si sono aperte le danze e dunque la nuova stagione 2010-2011 ... sulla neve !!!
Siamo partiti (io, Davide, MIchele) alle 8.45 dal passo Fedaia e insieme ad una nutrita flotta di altri avventori siamo saliti al cima di Punta Rocca.
L'occasione è stata buona per testare la gamba in salita (seguendo la traccia della pista) per poi concederci una bella discesa su neve inaspettatamente polverosa.
Qualche sasso e qualche crepacci fanno ancora capolino ... ma diciamo che, se non farà troppo caldo, la stagione invernale è ufficialmente iniziata !
Andrea (Calabrones) sulla parte alta
Davide e Michele nella parte bassa (Bellunese Vecchia)
la Marmolada regala sempre bei panorami: in questo caso su Sorapiss e Antelao
lunedì 4 ottobre 2010
monte Pelmo - via normale (tentativo)
03-10-2010
passo Staulanza
La gita programmata al Pelmo è stata molto bella anche senza aver raggiunto la cima.
Partiamo alle 8.30 dal passo Staulanza e poco dopo le 10.00 siamo al rif. Venezia ancora avvolto da una fitta nebbiolina; poi, dopo un centinaio di mt di dislivello, raggiungiamo l’attacco della via normale del Pelmo.
Mettiamo il caschetto, partiamo e affrontiamo le prime balze rocciose ricoperte da insidioso ghiaino e raggiungiamo alla famosa cengia di Ball.
tratto della Cengia
e veniamo sopraffatti dall’incredibile panorama delle tante montagne che emergono come scogli, dal mare di nubi.
Cristoforo Colombo indica l'Antelao
l'Antelao e parte della Cengia appena percorsa
Procediamo per la cengia via via sempre più esposta, con il costante primo piano del Civetta, con molti tratti resi delicati dalla roccia spesso umida per lo scioglimento della neve dei giorni scorsi.
Molti punti sono assicurabili grazie ai numerosi chiodi e clessidre esistenti ma questo ci rallenterebbe non proco la progressione…. quindi si continua liberamente con attenzione e passo fermo visto che una distrazione potrebbe essere fatale.
A tre quarti della cengia arriviamo ad un altro passaggio esposto, questa volta attrezzato con vecchio cordone da brivido, superato il quale, in poco tempo, giungiamo alla fine di questa stupenda attraversata… senza aver capito quale fosse il temuto “passo del gatto”.
cengia avvolta nella nebbiolina
Abbandoniamo la corda e la piccozza che avevamo portato per precauzione e saliamo, questa volta dritti, verso il Caregon del Pelmo dove a 2500mt troviamo la prima neve.
Vant o Caregon del Pelmo
Alle 13.00 siamo a 2700mt e a conti fatti ci manca sicuro un ora e mezza per la cima e tra una cosa e l’altra verrebbe proprio tardi. Così io mi fermo e Marco procede un altro po’ ma anche lui desisterà a raggiungere la cima perché la neve è sempre più profonda e, oltre ad aumentare la fatica, copre anche i numerosi e insidiosi buchi.
Il rientro, soprattutto dal rif Venezia al p.sso Staulanza, ci sembrerà infinito.
Sebbene non abbiamo raggiunto la cima abbiamo fatto quasi 8h di cammino e quando si calcolano a tavolino i tempi di una gita del genere oltre al dislivello di 1500mt consiglio di tenere in considerazione lo sviluppo ( in 1h40’ dal p.so Staulanza al rif Venezia ci alza di neanche 200mt e per i passaggi delicati della cengia di Ball si impiega più di un ora per alzarsi di 50mt)
…..Pelmo … torneremo !
passo Staulanza
La gita programmata al Pelmo è stata molto bella anche senza aver raggiunto la cima.
Partiamo alle 8.30 dal passo Staulanza e poco dopo le 10.00 siamo al rif. Venezia ancora avvolto da una fitta nebbiolina; poi, dopo un centinaio di mt di dislivello, raggiungiamo l’attacco della via normale del Pelmo.
Mettiamo il caschetto, partiamo e affrontiamo le prime balze rocciose ricoperte da insidioso ghiaino e raggiungiamo alla famosa cengia di Ball.
tratto della Cengia
e veniamo sopraffatti dall’incredibile panorama delle tante montagne che emergono come scogli, dal mare di nubi.
Cristoforo Colombo indica l'Antelao
l'Antelao e parte della Cengia appena percorsa
Procediamo per la cengia via via sempre più esposta, con il costante primo piano del Civetta, con molti tratti resi delicati dalla roccia spesso umida per lo scioglimento della neve dei giorni scorsi.
Molti punti sono assicurabili grazie ai numerosi chiodi e clessidre esistenti ma questo ci rallenterebbe non proco la progressione…. quindi si continua liberamente con attenzione e passo fermo visto che una distrazione potrebbe essere fatale.
A tre quarti della cengia arriviamo ad un altro passaggio esposto, questa volta attrezzato con vecchio cordone da brivido, superato il quale, in poco tempo, giungiamo alla fine di questa stupenda attraversata… senza aver capito quale fosse il temuto “passo del gatto”.
cengia avvolta nella nebbiolina
Abbandoniamo la corda e la piccozza che avevamo portato per precauzione e saliamo, questa volta dritti, verso il Caregon del Pelmo dove a 2500mt troviamo la prima neve.
Vant o Caregon del Pelmo
Alle 13.00 siamo a 2700mt e a conti fatti ci manca sicuro un ora e mezza per la cima e tra una cosa e l’altra verrebbe proprio tardi. Così io mi fermo e Marco procede un altro po’ ma anche lui desisterà a raggiungere la cima perché la neve è sempre più profonda e, oltre ad aumentare la fatica, copre anche i numerosi e insidiosi buchi.
Il rientro, soprattutto dal rif Venezia al p.sso Staulanza, ci sembrerà infinito.
Sebbene non abbiamo raggiunto la cima abbiamo fatto quasi 8h di cammino e quando si calcolano a tavolino i tempi di una gita del genere oltre al dislivello di 1500mt consiglio di tenere in considerazione lo sviluppo ( in 1h40’ dal p.so Staulanza al rif Venezia ci alza di neanche 200mt e per i passaggi delicati della cengia di Ball si impiega più di un ora per alzarsi di 50mt)
…..Pelmo … torneremo !
mercoledì 25 agosto 2010
Sardegna - Villasimius .... e tuffi !!!
Agosto 2010
Questo trafiletto potremmo definirlo un "off-topic" ovvero che non ha nulla a che fare con la montagna... ma magari a qualcuno può interessare... chissà !!!
Naturalmente un appassionato di montagna che si rispetti anche al mare cerca la 'croda' ... e noi a Villasimius (punta sud della Sardegna) ne abbiamo trovata tanta: bellissimi scogli in granito di bellissime forme e sfumature.
Scogli naturalmente a picco sul mare che hanno regalato tuffi da ogni altezza su acqua sempre calda, limpida, stupenda !
a tal proposito ecco un video :
peccato che molti vergognosi avventori lascino tutt'oggi parecchie immondizie che deturpano questo straordinario ambiente.
Parliamo dei posti dove siamo stati ...
Cala Sinzias : spiaggia zona Costa Rei, di sabbia bianca, parcheggio comodo, con bar, pochi scogli ai margini (no tuffi)
Cala Pira : spiaggia zona Costa Rei vicina alla precedente, di sabbia bianca. Molti scogli per tuffi molto belli e possibilità di noleggio canoe. Parcheggio comodo, con bar.
Spiaggia dei Tarocchi : spiaggia zona Costa Rei, di sabbia bianca, parcheggio comodo, con bar, pochi scogli ai margini (no tuffi)
Torre Salinas : spiaggia nell'omonima località (a nord di Costa Rei), di sabbia bianca, molto lunga, parcheggio comodo, con bar, pochi scogli ai margini (no tuffi)
Punta Molentis : loc. Villasimius, detta anche spiaggia dei "due mari" perchè caratterizzata da un promontorio e dunque bagnata su due lati. Un lato con bella spiaggia di sabbia fine, l'altro lato con scogli ben articolati e stupendi che permettono bei tuffi. Presente bar. Per raggiungerla da Villasimius verso Costa Rei, per la strada panoramica, e dopo qualche km girare al cartello "ristorante l'Oleandro" e prendere il sottopasso a dx.
un pò di arrampicata in aderenza per poi fare un bel tuffo
ed ecco il tuffo (punta Molentis)
Punta Caterina : promontorio che è il naturale proseguimento verso sud di Villasimius caratterizzato da piccola spiaggetta e grandi scogli per i tuffi alti !. Per raggiungere questo spot seguire la strada che, dopo il porto, arriva (e finisce) su un punto panoramico; poco prima girare a dx, in salita, verso il 1°faro (strada asfaltata) e dopo 200mt girare a sx su strada sconnessa e sterrata per 300-400mt fino al suo termine. Posto selvaggio e nessun servizio.
lo spot più bello a punta Santa Caterina
...e il pubblico
Cava Usai : loc. Punta Caterina. Bella spiaggetta e bei scogli per tuffi discreti (più a nord, sempre sugli scogli, sono attrezzate falesie su granito per arrampicate di circa 20mt). Per raggiungere questo spot seguire la strada che dopo il porto arriva (e finisce) su un punto panoramico; poco prima girare a sx, in discesa, su strada sterrata per 200mt fino al suo termine
Spiaggia del riso: bella spiaggia fronte il camping "spiaggia del riso" con bella vista su innumerevoli yacht attraccati al porto. Presenti bei scogli per bei tuffi.
Comodo da raggiungere e presenti bar e supermarket.
.....per tutti i posti di cui sopra si consiglia di partire molto presto per assicurarsi i posti auto migliori !
Per mangiare ci sono davvero tanto bei ristorantini e agriturismi.... uno su tutti il tranquillo agriturismo Is Bisus (con possibilità di alloggio), zona Costa Rei, in zona sopraelevata e panoramica a circa 4-5km dal mare
martedì 10 agosto 2010
FERRATA COSTANTINI ALLA MOIAZZA SUD 2878
il rif Carestiato e sullo sfondo l'itinerario di salita
Lunedì 9 agosto abbiamo percorso la rinomata ferrata Costantini, considerata da molti la più bella e difficile via ferrata delle Dolomiti. In realtà la difficoltà maggiore sta nello sviluppo complessivo dell'itinerario che richiede 9 ore abbondanti per esser completato. Siamo partiti di buon mattino dal passo Duran e in poco più di 30 minuti abbiamo raggiunto il Rifugio Carestiato. L'attaco ferrata si trova poco più a Nord..a circa 10 minuti di cammino. Come gran parte delle ferrate anche la Costantini parte subito decisa.
Superando placche in obliquo con scarsi appoggi per i piedi si comincia poi a salire in verticale.
il tratto chiave: un traverso esposto con pochi appoggi
Il primo "traguardo" è rappresentato da Cima Cattedrale a m 2557 dove arriviamo dopo circa 3 ore e 30'.
in discesa dalla vetta di Moiazza Sud
Da li comincia una splendida traversata della cresta delle Masenade per giungere poi con fatica alla forcella sella alta dove si può decidere se proseguire verso il bivacco Ghedini o salire alla cima.
un tratto esopsto della salita alla cima
La fatica si fa sentire parecchio ma non si può lasciare l'opera incompiuta e in 25 minuti saliamo alla cima.
Una volta scesi "imbocchiamo" la cengia Angelini, raggiungendo poi il bivacco Ghedini a Forcella Nevere m 2.601.
passaggi lungo la stupenda cengia Angelini
finita la cengia si è in vista del bivacco Ghedini
Da li per ripida discesa attrezzata si scende fino al bosco dei mughi e poi piegando a sinistra si rientra al rifugio Carestiato. Nel complesso la via è faticosa, richiede forza di braccia e tempo assolutamente stabile perchè non vi sono alternative d'uscita e numerosi colatoi che possono complicare le fasi di discesa. Un itineriario da consigliare con partenza al mattino presto.
a metà del ripido vallone che dalla f.lla del biv. Ghedin scende a sud
dislivello complessivo per salita e discesa = 1300 mt
sabato 31 luglio 2010
Marmarole - forc Peronat e forc Marmarole
31-07-2010
Oggi con Daniele è stato un giro perlustrativo pre-invernale su un itinerario molto solitario e selvaggio.
La base di partenza è stata il rif Baion 1828mt, raggiungibile in auto.
partenza dal rif Baion
Siamo partiti alle 8.45 per il sentiero del rif Chiggiato, abbiamo superato il bivio per forc Baion e biv Fanton, per poi prendere una deviazione a destra per tracce di sentiero che ci ha portato alla forc Peronat 2207mt.
discesa dalla forc Peronat, verso nord
Da qui scesi per lo stupendo e ripido vallone che verso nord porta al biv Fanton, che non abbiamo raggiunto in quanto a quota 1800mt circa (dove sono morte anche le pile della macchina fotografica e dovrò continuare con il cellulare) abbiamo girato verso sud ovest prendendo il sentiero alpinistico che porta a forc Marmarole, incorniciata tra monte Froppa e cresta degli Invalidi, in un ambiente selvaggio e suggestivo.
prima parte di salita a forc Marmarole
Il sentiero, in un tratto, è agevolato da cavo metallico che permette di superare una balza rocciosa verticale; ma ci sono altri tratti esposti che impongono attenzione... e capiamo che servirà molta neve per affrontare questa discesa!
tratto attrezzato
In forc Marmarole 2660mt alle ore 13,00 ci concediamo un panino e poi partiamo per l'altrettanto stupendo canalone sud che parte subito ripido (anche qui cavo metallico) per poi raggiungere il ghiaione-nevaio che ci riporterà al sentiero che collega rif Baion e rif Chiggiato dal quale ci siamo staccati all'inizio.
canalone sud di forc Marmarole
stesso canalone visto dal basso, il mese scorso
dislivello complessivo (sia in salita che in discesa) = 1400mt
Oggi con Daniele è stato un giro perlustrativo pre-invernale su un itinerario molto solitario e selvaggio.
La base di partenza è stata il rif Baion 1828mt, raggiungibile in auto.
partenza dal rif Baion
Siamo partiti alle 8.45 per il sentiero del rif Chiggiato, abbiamo superato il bivio per forc Baion e biv Fanton, per poi prendere una deviazione a destra per tracce di sentiero che ci ha portato alla forc Peronat 2207mt.
discesa dalla forc Peronat, verso nord
Da qui scesi per lo stupendo e ripido vallone che verso nord porta al biv Fanton, che non abbiamo raggiunto in quanto a quota 1800mt circa (dove sono morte anche le pile della macchina fotografica e dovrò continuare con il cellulare) abbiamo girato verso sud ovest prendendo il sentiero alpinistico che porta a forc Marmarole, incorniciata tra monte Froppa e cresta degli Invalidi, in un ambiente selvaggio e suggestivo.
prima parte di salita a forc Marmarole
Il sentiero, in un tratto, è agevolato da cavo metallico che permette di superare una balza rocciosa verticale; ma ci sono altri tratti esposti che impongono attenzione... e capiamo che servirà molta neve per affrontare questa discesa!
tratto attrezzato
In forc Marmarole 2660mt alle ore 13,00 ci concediamo un panino e poi partiamo per l'altrettanto stupendo canalone sud che parte subito ripido (anche qui cavo metallico) per poi raggiungere il ghiaione-nevaio che ci riporterà al sentiero che collega rif Baion e rif Chiggiato dal quale ci siamo staccati all'inizio.
canalone sud di forc Marmarole
stesso canalone visto dal basso, il mese scorso
dislivello complessivo (sia in salita che in discesa) = 1400mt
lunedì 26 luglio 2010
Agner - Ferrata Stella Alpina e via normale
foto ferrata Stella Alpina (in rosso, salita) e via normale Agner (in giallo, discesa)
Domenica 25 luglio 2010, siamo saliti alla vetta dell'Agner per la via ferrata Stella Alpina. Come descritto da numerosi blog non si tratta di una via semplice. Si sviluppa quasi totalmente in verticale e gli appoggi sono spesso precari.
suggestivo traverso per giungere ai tratti verticali
verticale e costante
Se troppo affollata bisognerà far attenzione alla caduta sassi. Una volta usciti dalla ferrata ma sempre in costante salita si taglia verso destra puntando dritto il bivacco Biasin.
finiti i tratti verticali (sullo sfondo l'itinerario di discesa)
ooohhh finalmente si rivede il bivacco Biasin !
Alle spalle del bivacco parte la via attrezzata a tratti che porta fino alla cima
Anche questa via è abbastanza impegnativa e richiede lo stesso tempo sia per salire che per scendere, circa 40 minuti dal bivacco. Particolare il salto di una crepa molto profonda, non attrezzato e quindi anche un po' rischioso.
passaggio delicato verso la cima
Vista la presenza di molta neve nel canalone sottostante il bivacco abbiamo deciso di scendere per la normale che allunga di molto l'itinerario ma scende per pendii erbosi. Punto di appoggio raggiungibile con seggiovia dalla località Frassenè è il rifugio Scarpa. Nel complesso l'itinierario è faticoso, richiede circa 7 ore ma sopratutto è necessaria la massima prudenza nel muovere sassi.
alle nostre spalle il panorama del gruppo delle Pale di San Martino
dal rif Scarpa, dislivello salita = dislivello discesa = 1200mt circa
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